CAI

Piccola storia della Sezione di Brescia del Club Alpino Italiano

Cos’è il C.A.I. – Quali le sue finalità – Chi sono i Soci – Come si lavora

Erano trascorsi dieci anni allorquando lo statista Quintino Sella, uomo di scienza e profonda cultura ebbe a fondare il Club Alpino Italiano che, diramatosi poi rapidamente in tutta Italia, oggi annovera oltre 300.000 soci.

L’Istituzione si propose, sin dalla sua costituzione (1863), di far conoscere la montagna, le sue valli, onde il nascente alpinismo potesse offrire ai suoi frequentatori quei vantaggi morali e fisici che la montagna può dare, in tutti i suoi aspetti.

Fu così che, nel lontano 1874, il 4 luglio, ebbe inizio la vita della Sezione bresciana del Club Alpino Italiano, fondata da sei appassionati delle più severe bellezze naturali (…..), facendo proprio il motto “Excelsior” al fine di imprimere una maggior conoscenza e valorizzazione della montagna.

Subito la neonata Sezione si dotò di un regolamento in cui si indirizzò l’attività in tre sezioni: una di storia per studi di geologia, botanica e fauna; una seconda sezione di carattere economico, storico ed artistico; infine una sezione descrittiva per ascensioni di carattere alpinistico e scientifico.

Approvato il regolamento, il Sodalizio  inizia l’attività  emanando il suo bollettino, del 1874, che sarà il primo di una lunga serie, oggi formata dal periodico semestrale "Adamello" sul quale, dal 1951, si raccolgono le esperienze dei soci nonché la cronaca dell’alpinismo bresciano.
Attualmente la Sezione di Brescia (che è la quarta per numero di aderenti in campo nazionale per numero di iscritti) si compone di 4940 soci.

Di questi 2609 soci sono propri della Sezione e 2331 delle Sottosezioni che vi confluiscono come da seguente elenco: Bagolino, Cidneo OM-Iveco, Collebeato, Gavardo, Iseo, Manerbio, Marone, Nave, Odolo, Provaglio d’Iseo, Santicolo e Vestone.

Nel complesso l’aspetto culturale è sempre presente nella crescente attività della Sezione. Lo si nota sfogliando il cospicuo patrimonio letterario giacente all’Archivio di Stato.

Qui c’è la storia della Sezione nella quale, sin dai primi anni di vita, emergono alpinisti di valore, autentici pionieri della montagna che realizzano grandi imprese di ascensioni, gettano le basi all’emanazione delle prime guide alpinistiche , un valido aiuto agli alpinisti e non, con una attività collaterale di editoria che, fra alterne vicende, continua tuttora.

Inoltre non si possono dimenticare le prime "guide alpine", organizzate e patentate dalla Sezione a datare dal 1880. Si determinano i presupposti atti a coinvolgere i montanari in una nuova attività elevando lo stato sociale dei valligiani che prendono conoscenza delle loro montagne e ne traggono beneficio. Oggi le guide alpine costituiscono un corpo specializzato di alta professionalità ed organizzato in modo autonomo.

L’aumento del numero dei soci verificatosi tra il 1874 ed oggi dimostra la vitalità dell’Associazione legata ad un regolamento sempre rispettato, anche se nel tempo adattato alle mutate istanze di una continua evoluzione economica e sociale, nel rispetto delle leggi vigenti.

Sin dalla sua fondazione, il Club Alpino Italiano Bresciano ha affrontato, con coraggio e con pochi mezzi, la costruzione dei rifugi alpini, quale supporto ad una attività alpinistica, sempre crescente.

Ricordiamo il primo rifugio in alta Val Salarno, inaugurato nel 1885.

Successivamente vennero edificati altri rifugi e bivacchi nel settore camuno del gruppo dell’Adamello – e fu per merito di valenti presidenti e di appassionati soci che la  Sezione può, oggi, vantare un cospicuo patrimonio, anche se fonte di perenne preoccupazione.

Ecco qui di seguito la tabella dei rifugi e bivacchi di proprietà della Sezione:

Riferimenti Normativi

Ultima modifica: Mar, 23/06/2015 - 09:47